Piazze accoglienti ed eleganti palazzi in stile veneziano e liberty. E il Museo etnografico che riapre i battenti. Non solo arte, storia e tradizione, ma anche tajut e splendide osterie.
Ospitale e a misura d'uomo, Udine è una città dai trascorsi gloriosi. Ogni passo nelle viuzze del centro ci ricorda i fasti di un tempo. Passeggiando immersi nell'eleganza veneziana di Piazza della Libertà, tra la Loggia del Lionello e il Porticato di San Giovanni, non si può non pensare alla ricchezza del suo patrimonio architettonico. Nel Duomo e nella Galleria d'arte Antica situata nel castello che domina il centro storico si possono ammirare capolavori di Giambattista Tiepolo, uno dei maestri del Settecento europeo che vi ha trascorso uno dei periodi più creativi della sua vita. Ed è proprio in questa atmosfera di cultura mai dimenticata che il Museo etnografico del Friuli , dopo quasi 20 anni, riapre le sue porte il 22 ottobre nella nuova sede presso Palazzo Giacomelli.
Le collezioni presenti nell’esposizione permanente udinese sono costituite da manufatti molto diversi: dalla cultura ergologica e del mondo contadino alla vita domestica popolare e signorile, dall’artigianato alla scienza, dal costume alla moda. Il tutto mettendo in luce i luoghi di notevole interesse dai quali provengono molti degli oggetti raccolti, creando un percorso tra i borghi storici e l’incantevole panorama del territorio friulano.
Distribuito su tre piani il Museo etnografico accoglierà spazi espositivi permanenti e a rotazione. «Il piano terra – spiega la conservatrice Tiziana Ribezzi – è tutto giocato sulla simbologia del fuoco, mentre nei piani superiori i temi portanti sono le tracce del sacro e la cultura del vestire». «Abbiamo cercato di mantere l’organicità tra i piani creando, nello stesso tempo, percorsi trasversali» fa notare il direttore dei civivi musei, Marco Biscione, ricordando che in ogni sala saranno a disposizione i video illustrativi ai quali si aggiungeranno i laboratori per i bambini.
Ma il capoluogo friulano non è solo questo: dimenticate il cliché di Udine vista unicamente solo come un centro la cui anima è legata profondamente al passato. "Città del Tiepolo" o dell'eleganza veneziana sì, ma anche quella del tajut, il buon bicchiere di vino. Un vero rito e fenomeno sociale in cui ci si ritrova in osteria a mangiare, parlare e naturalmente a bere in compagnia. Anche in questo sta il fascino viveur e godereccio della città.
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